Nei numeri precedenti: la mente dell’Uomo Ragno è stata trasportata nel passato per colpa del Dottor Destino. Ma cosa è successo alla sua controparte dei tempi andati?

 

Casa Parker, Queens

Peter Parker si risveglia da un incubo, cosa che gli capita di frequente da quando ha iniziato la sua carriera da supereroe. Ma questa volta non ha rivissuto la morte dello zio Ben e non ha visto zia May morire di infarto dopo aver scoperto la sua identità segreta.

Per qualche assurdo motivo ha sognato di essere coinvolto in uno scontro tra Goblin ed il Dottor Destino, cosa che lo lascia a dir poco confuso: Goblin non è certo il suo più grande nemico, ed ha affrontato una sola volta[i] la nemesi dei Fantastici Quattro.

C’è qualcos’altro che non gli torna: anche al buio capisce subito che questa non è la sua stanza. Infatti non solo si è risvegliato in un letto matrimoniale... c’è qualcuno a dormire con lui.

-Ma che ore sono?- si domanda una donna dai capelli rossi, che riesce a ritrovare a tastoni la lampada sul comodino... e quando la accende urla dallo spavento.

-Cosa ci fai in camera mia!?- lei esclama; quando realizza di essere in biancheria intima si sbriga a coprirsi con il lenzuolo.

-Mi scusi signora, non so come...-

-Vattene via!- grida lei, lanciandogli addosso il cuscino. Lo schiva senza che il Senso di Ragno dia segnali di vita; il suo primo istinto sarebbe saltare fuori dalla finestra, ma al momento non è in costume... effettivamente è in mutande.

Invece si precipita alla porta, ma quando la apre si trova davanti una bambina a dir poco confusa.

-Papà, perché la mamma ha urlato?- chiede May Parker.

-Papà!?- ripete incredulo Peter.

-Mamma!?- ripete incredula Mary Jane Watson.

 

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#109 – Quantum leap

di Fabio Furlanetto & Mickey

 

Anni prima

Casa Parker, Queens

“Allora, facciamo il punto della situazione” pensa Peter Parker mentre cammina avanti e indietro sul soffitto. Sotto di lui c’è la stanza completamente disordinata tipica di un teenager, anche uno con la forza e l’agilità proporzionali di un ragno.

“Sono finito nel passato. Il mio corpo è quello di un tempo, quindi l’esplosione del dispositivo di Destino deve avermi scagliato indietro nel tempo. Adesso cosa faccio? La fisica temporale è un bel po’ al di là del mio curriculum! Sarà meglio che contatti Reed e...”

Come lampo e tuono, un leggero prurito alla nuca preannuncia di pochi istanti il rumore di nocche che battono contro una porta e un suono che l'arrampicamuri non sentiva da anni.

-Tesoro, tutto ok? La colazione è pronta da un po' - dice la voce di zia May al di là del legno. All'epoca poteva sembrargli pedante, ma come al solito si apprezza meglio ciò che si è avuto solo quando non lo si ha più.

-Tutto ok, vengo subito- la liquida su due piedi, sentendosi in conflitto. Vorrebbe correre ad aprirla e rivederla, e riabbracciarla, ma anche solo un gesto così banale rischierebbe di cambiare il passato. Se fosse un qualsiasi viaggio nel tempo, non sarebbe preoccupato del proprio futuro, ma il dispositivo di Destino puntava proprio a riscrivere la storia. Ogni farfalla calpestata potrebbe portare ad effetti imprevedibili, come si suol dire nell'immaginario collettivo.

Il diavoletto e l'angioletto accanto alla sua testa trovano un compromesso: per il bene del continuum, è più normale che scenda a mangiare come se niente fosse, piuttosto che inventarsi una scusa per scappare.

In tutta fretta, indossa abiti puliti (andava ancora vestito così formale e desueta all'epoca?!) e scende giù, per rinfrancarsi i sensi alla vista della zia e dei suoi pancake allo sciroppo d'acero.

-Mi stavo preoccupando... da qualche mese non sei più preciso e puntuale come ci... come mi avevi abituata.- dice, mettendo nel piatto un dolce con una spatola.

Peter riconosce quel lapsus e quell'ombra nei suoi occhi: la donna deve ancora fare i conti con la perdita dell'amore della sua vita.

-Hai ragione, sono gli effetti collaterali della crescita.- cerca di rassicurarla, mentre si siede e prende la forchetta per mangiare. Ha una fame da lupi e il piatto è particolarmente appetitoso.

-Anche se sei in ritardo, non ingozzarti, potrebbe andarti di traverso.-

-E' che nessuno cucina bene come te, zia. Sono troppo buoni.-

Non sta mentendo. Sa che è una questione soggettiva, che dipende dal fatto di essere cresciuto con quei sapori. Eppure non ha ritrovato quella bontà in nessun altro cuoco.- tanto meno da Mary Jane che non è un asso ai fornelli...

-Mi fai arrossire. Sono contenta quando mangi con soddisfazione. Un ragazzo gracile come te ha bisogno di mangiare qualcosa prima di andare a scuola.-

-A... scuola?-

 

Anni dopo

Casa Parker, Queens

Convincere la piccola May a tornare a dormire è stato più facile di quanto Peter avesse previsto; capire come si sia trovato in questa assurda situazione, ed ancora di più come uscirne, è diverso.

-Sei Peter Parker, vero?- gli chiede la donna dai capelli rossi dopo avergli tirato addosso un paio di pantaloni ed essersi coperta con una vestaglia. Lui si affretta a rivestirsi, sperando che lei non si accorga di quanto è paonazzo.

-Ci conosciamo?-

-Mary Jane Watson. Mia zia Anna vive qui vicino.-

-Quella Mary Jane!? Mia zia ha cercato di combinare un appuntamento con te! Non ti facevo così... uhm... matura.- lui incespica sulle parole mentre la fissa; lei reagisce chiudendo meglio la vestaglia.

-Sono più giovane di come sembro adesso. Ed anche tu... dovresti avere la mia età, ma sembri un trentenne. Nessuna idea del perché ci siamo ritrovati qui o del perché quella bambina creda di essere nostra figlia?-

-Neanche una.- mente Peter.

“Possibile che sia un’illusione di Mysterio? Oppure che Ringmaster mi abbia di nuovo ipnotizzato?[ii] Nessuno dei due conosce la mia identità segreta... almeno credo!” pensa lui.

-Quindi... ora cosa facciamo?- si chiede lei, guardandosi attorno. La stanza non le è per nulla familiare, ma si riconosce nelle foto appese alle pareti.

Una di loro in particolare cattura la sua attenzione: quella di un matrimonio, e non può non riconoscere se stessa nella foto... o lo sposo.

-Mi sono sposata!? Con Peter Parker!?-

-Non c’è bisogno di dirlo come se fosse la cosa peggiore del mondo...-

 

Anni prima

Liceo Midtown

Chiunque sarebbe spaesato e stranito nel ritornare all'epoca della scuola superiore, varcare ancora quei cancelli con lo zaino in spalla. Per Peter Parker, pur abituato a tutto e al contrario di tutto, è particolarmente impegnativo perché quel frangente storico è carico di spiacevoli ricordi.

Il più spiacevole di tutti è quello che più nasconde sotto la sabbia: Sally Avril. Vederla nel cortile della scuola, allegra e spensierata, è un colpo al cuore e la tentazione atavica di metterla in guardia perché un certo tal giorno stia ben lontana da un certo luogo per evitarle un fatale incidente stradale[iii]... rappresenta un forte disagio, per usare un eufemismo. Quel cortile, poi, fa riaffiorare gli innumerevoli episodi di solitudine e bullismo.

E non equivale a tornare per una rimpatriata, come gli era successo in anni recenti[iv]; rivedere in azione i suoi compagni di scuola esattamente com'erano all'epoca è un altro paio di maniche. Sally, Flash, Jason, Tiny, Liz...

Liz Allen, giovane e bella come non la vedeva da oltre un decennio, si accorge dello sguardo del nerd posato su di lei e provocatoriamente lo chiama:

-Parker, se hai qualcosa da dirmi, vieni qui.- grida al suo indirizzo, con un tono ambiguo. Se pensa che potesse essere attratta da lui a quei tempi, sapendo come sarebbe andata a finire... Quante occasioni servite su un piatto d'argento per far andare le cose nel verso giusto.

-No, no, nulla.- fa spallucce Peter, perfettamente calato nella parte dell'imbranato.

-Non fare il fifone. - lo strattona Flash Thompson, eludendo il Senso di Ragno. Sfila un giornale arrotolato sotto l'ascella e lo apre davanti ai loro occhi, in una pagina precisa:

-Guardate, qui c'è il nostro annuncio dell'apertura del fan club dell'Uomo Ragno! Parteciperà Spidey in persona! Me n'ero quasi dimenticato...- si lascia sfuggire il campione, gettando uno sguardo eloquente a Peter. E' sicuro che allora non lo avrebbe mai guardato in modo così intenso ed evocativo.

-Fantastico... Thompson, posso chiederti qualche informazione sull'iscrizione?

Il ragazzo lo guarda fisso per un secondo, annuisce in maniera discreta e poi lo ri-strattona lontano da orecchie indiscrete.

-Hey, attento che non ci vedano assieme. Ho una reputazione da difendere... credo.-

-Flash, non siamo già stati all’apertura del fan club?-

-No, sono sicuro che tu non ci sei mai venuto, c’era solo l’Uomo... aspetta un secondo, non dirmi che pure tu...?-

-Ma certo, anche tu eri presente all’esplosione[v], quindi anche tu sei finito qui.-

-Che sollievo, pensavo di essere impazzito o che fosse un’altra illusione di Mysterio!- reagisce Flash, dando una pacca sulle spalle al vecchio amico.

-Stai attento, in quest’epoca eravamo acerrimi nemici.- Peter risponde sussurrando; infatti la strana visione di quei due che parlano tranquillamente ha attirato parecchie occhiate confuse, soprattutto da parte del bulletto Jason Ionello.

-Ti preoccupi di niente. Wow, questa è un’occasione incredibile, no? La possibilità di rivivere un periodo come questo!-

-Non per tutti il liceo è il punto più alto della loro vita, Flash...-

-Già, ogni tanto dimentico che eri uno sfigato.-

-Petey, se hai tanta voglia di parlare con Flash, perché non vieni anche tu all’apertura del fan club?- Liz domanda, stringendosi al braccio del suo ragazzo.

Nonostante sia veramente felice di rivivere questo periodo, Flash fatica a nascondere l’imbarazzo di essere il centro delle attenzioni di una minorenne. Per quanto, ancora più incredibilmente, lei sembra più che altro interessata a Peter.

-E’ un’ottima... volevo dire, se proprio Parker deve far vedere il suo brutto muso, tanto vale che sia quando siamo tutti concentrati sull’Uomo Ragno!-

-Non fai fatica a tornare alle vecchie abitudini, eh, Flash? A dire la verità non credo che...-

Peter si ferma. Ricorda di essersi presentato di persona a quell’evento[vi], ma anche che non era da solo... e potrebbe essere un’opportunità di risolvere la sua situazione.

-...a dire la verità sì, penso proprio che ci sarò anche io.

 

Oggi, un appartamento nel Bronx

Ci sono volute ore perché il giovane Flash Thompson riuscisse a fare mente locale sull'accadimento straordinario che gli era capitato. Svegliarsi in una nuova casa, da solo, vedersi invecchiato e sciupato nello specchio, interfacciarsi con tecnologie al di là di quelle che era abituato ad usare... ma l'alta considerazione di se stesso gli aveva impedito di chiedere aiuto e darsi per vinto. Dopo aver scoperto che in questo strano scenario è possibile dare ordini alle macchine tramite comandi vocali, è diventata una discesa più agevole.

I motori di ricerca, senza che nemmeno sappia che si chiamino così, gli hanno fornito una dopo l'altra informazioni importanti per capire la situazione attuale. La conferma di trovarsi nel futuro, eccitante di per sé.
Le cose eccitanti si sono esaurite ben presto.

Dai giornali on-line ha scoperto con stupore di essere stato dato per morto perché rapito per mesi da Mysterio. Ha scoperto con delusione di non essere stato una star del football, nemmeno prima del rapimento. E' una persona comune, per non dire ai margini della società, se non fosse per i suoi collegamenti con l'Uomo Ragno, che allo stato attuale suonano più come una maledizione che altro.

E le pugnalate non si fermano qui.
Liz Allen ha sposato il figlio di un milionario di cui non ha mai sentito parlare ed è una madre vedova.

Peter Parker ha sposato una bellissima supermodella e attrice e ha lavorato in stretto contatto con l'Uomo Ragno.

E' il futuro o una distopia dal contorto senso dell'umorismo?

Se questa "Edith"[vii] riuscisse a trovargli l'indirizzo di Liz, potrebbe essere per lui una buona idea per andare a parlare con un viso amico...

Il suo tentativo viene bloccato dal suono del campanello di casa. Un attimo di panico lo pervade: chi potrebbe essere? Qualcuno che conosce o che non conosce? Che cosa dirgli, dal basso della sua ignoranza della situazione?
Dallo spioncino intravede un'affascinante signora orientale.
-Chi è?- chiede con prudenza al di là della porta.
- Flash, sono Sha Shan, hai dimenticato l'appuntamento per la fisioterapia?
La fisioterapia, già. Si sente debolissimo rispetto all'acme della forma fisica a cui è abituato, e non è solo la maggiore età; devono essere i postumi di quel rapimento.

Apre la porta: potrebbe essere una buona opportunità.

 

Anni prima, casa Watson

Il fatto stesso di usare un telefono fisso è straniante, per Mary Jane. La mente gioca strani scherzi e, se per studiare aveva sempre faticato, dopo anni, in un corpo diverso, ricorda ancora i numeri di telefono di casa Watson e Parker. Così ha potuto chiamare il dirimpettaio, presentandosi come una generica "amica" a May Reilly. Anche per lei sentirne la voce è roba da accapponare la pelle per l'emozione.

-MJ.- sussurra Peter al telefono - Non dovevi chiamare: ricordo bene che mi avevi dato buca all'epoca[viii]. Se May e Anne scoprono che stiamo già parlando al telefono, Dio solo sa come potrebbe cambiare la storia!
-Rilassati, tigrotto, zia Anna non mi ha ancora scoperta e non mi sono presentata a... zia May. Non potevo certo stare con le mani in mano in una situazione così, dobbiamo decidere come muoverci!-

-Hai ragione, ma ogni passo che facciamo è un rischio per la... linea temporale.- cerca di dire nei termini più comprensivi possibili.

-Cercherò di fare la brava ma tu devi parlarne con qualcuno che ne capisce. Devi andare da Reed Richards.

-Siamo sulla stessa linea d'onda, amore, anche dislocati nel tempo.- ammette Peter mieloso -Con un piccolo ritocco, però. Per arginare i danni, cercherò di battere le stesse strade battute nel passato, il che implica che debba andare all'inaugurazione del fan club dell'Uomo Ragno. Il caso vuole che ci sarà Johnny- ricorda, riferendosi alla Torcia Umana -quindi chiederò a lui di riferire un messaggio a suo... cognato, per minimizzare i rischi di cambiare la storia.

-Mmm, ok. Mi sembra più arzigogolato del dovuto, ma credo di capire il tuo ragionamento. Cerca di farmi sapere se hai bisogno di aiuto, anche senza cellulare.-
Chiusa la telefonata, Mary Jane si appoggia alla testata del letto e sbuffa per l'ansia. Chissà come avrebbe reagito la sua controparte adolescente se i ruoli fossero stati invertiti..?

 

Oggi, casa Watson

Mary Jane Watson annuisce mentre la versione invecchiata di sua zia Anna le parla e sta dietro alla bambina di nome May che vagamente le assomiglia, ma in realtà non sta ascoltando. Deve ancora metabolizzare lo shock della situazione. Lo sbalzo temporale. La conferma del fatto che Peter Parker è l'Uomo Ragno, su cui aveva fondati sospetti. Soprattutto la scoperta di averlo sposato e di aver avuto una figlia da lui.

-Zia, pensi mai che abbia fatto la stessa fine di Gayle?[ix]- le domanda a bruciapelo, saltando di palo in frasca.

-Uh? In che senso?-

-Una supermodella di successo la cui carriera è stata rovinata dal matrimonio?-

-Mary Jane, che cosa c'è che non va? Non sentivo certi discorsi da anni. Sei strana da prima. Qualche nuovo problema con Peter?-

Avrebbe bisogno di sfogarsi ma non ha le energie mentali per affrontare una discussione in tutta sincerità.

-Lascia perdere.-

-Anche se da quando ho scoperto di Peter i nostri rapporti si sono un po'... raffreddati, con me puoi sempre parlare.- le ricorda, prendendole la faccia tra le mani. -Quello che vedo io è una mamma con una figlia stupenda e una bella carriera di attrice.-

-Sono contenta, quindi?-

-Questo è quello che vedo da fuori. Forse saresti ancora più contenta se non arrivassi tardi al lavoro..? Non dovresti essere in studio a quest'ora?-

-Davvero? Io...-

-Sento il telefono che vibra.-

Titubante, la ragazza prende il cellulare dalla borsa. Non è a suo agio con questa tecnologia. Si rende conto nel giro di un minuto di avere un mare di chiamate perse da "Max" e di avere in calendario un appuntamento per delle riprese.

-Allora... allora vado...-

Le converrà chiamare un taxi, sperando di avere abbastanza soldi nel portafoglio per pagare.

 

Oggi, tra i grattacieli di Manhattan

Il tessiragnatele sta volteggiando per il cuore dell'amata Grande Mela e non può fare a meno di rendersi conto di quanto la skyline di Manhattan sia al tempo stesso immutata e irriconoscibile. Grazie al cielo l'Empire State e il Chrysler sono lì al loro rassicurante posto, ma per qualche motivo hanno abbattuto le iconiche Torri Gemelle[x] e, soprattutto per i suoi scopi, il Baxter Building. Spera che non sia opera dell'attacco di Destino o Magneto o qualche altro supercriminale.

Per fortuna non fatica a capire quale possa essere il nuovo quartier generale dei Fantastici Quattro: svetta riconoscibile un grattacielo i cui ultimi piani sono ricoperti da enormi 4.
-Alla faccia della modestia, Richards.-

 

Anni fa, Avenue Dinner Club

Per certi versi, è un privilegio poter ri-assistere all'evento storico dell'inaugurazione del fan club dell'Uomo Ragno. Se solo non fosse certo che la situazione stia per degenerare da un momento all'altro...

La sala è gremita di gente, molti dei quali ormai volti familiari, anche tra i suoi ammiratori di lungo corso. E' l'ennesima occasione per scontrarsi con il passare del tempo. In rappresentanza del Daily Bugle ci sono due attuali colonne portanti: Betty Brant, che non ricordava fosse stata mai così giovane (e avvenente), nonostante i loro trascorsi, e il buon vecchio JJJ, che doveva essere stato partorito già baffuto e canuto dalla mamma perché è sostanzialmente uguale al suo io futuro.

Rifugge alla tentazione di averci a che fare per evitare effetti a cascata sul continuum e, a testa bassa, punta dritto il suo bersaglio, come un toro verso un drappo rosso: Johnny Storm.

Non lo ricordava, ma è qui con Dorrie Evans, la sua ragazza dell'epoca. Se non ne avessero riparlato di recente, avrebbe rimosso la sua esistenza dalla memoria; del resto la memoria cerebrale ha i suoi limiti e non vale la pena occuparla con tutte le fiamme di Storm.

Il problema è: come approcciarsi con lui in un'epoca in cui il suo amico non ha alcuna idea sulla sua identità segreta?

-Signor Storm! Signor Storm... - cerca di farsi largo tra le ammiratrici -Ho bisogno di parlarle: ho un messaggio da parte del... dell'arrampicamuri.- conclude a mezza voce, suscitando la perplessità del membro dei Fantastici Quattro.

-Hai sentito, Johnny? Il ragazzino deve dirti qualcosa di importante.- gli fa eco Dorrie Evans, incongruamente melliflua mentre lo prende per la spalla e lo avvicina al suo compagno.

In distanza, Betty Brant assiste infastidita alla scena e si fa spazio per avvicinarsi.

-Cosa? Vuoi farmi credere di essere amico dell'Uomo Ragno? - domanda retorico Johnny, squadrandolo da capo a piedi con aria di superiorità.
Peter si avvicina ulteriormente per evitare di essere ascoltato dagli astanti, con la mano della Evans ancora sulla spalla.

-E' imprigionato in un altro tempo e ha bisogno di...-
-Peter, che ci fai qui?- li interrompe Betty.

-Dopo ti spiegherò tutto.- cerca di rassicurarla, fintanto che il Senso di Ragno non scatta.

Un fragore accompagna il tumultuoso ingresso di Goblin a bordo del suo aliante, proprio com'era scritto che accadesse nel libro del destino.

Il panico inizia a dilagare.

Il Folletto Verde volteggia e sembra guardarsi intorno, in cerca di qualcosa... o di qualcuno. L'Uomo Ragno. L'eroe non è ancora in costume e così l'occhio cade sul futuro amico di suo figlio, Peter Parker, non a caso.

-E' destino.- mormora in codice per dare la conferma al suo sospetto: anch'egli viene dal futuro.

E non sa che intenzioni abbia e che effetto possa fare sulla sua psiche instabile.

 

Oggi, Four Freedoms Plaza

I macchinari più avveniristici sembrano già archeologici rispetto ai più antichi macchinari di Reed Richards della sua epoca, perciò la tecnologia del futuro a disposizione dei Fantastici Quattro sembrano extraterrestri in maniera esponenziale rispetto agli standard dell'aspirante scienziato Peter.

Al momento si ritrova disteso in una specie di tunnel per la TAC che, a giudicare dai risultati e a dispetto del suo aspetto, sembra sapere il fatto suo.

-Affascinante, non credevo che le particelle cronali potessero entrare in uno stato di entanglement quantistico con...-

-Tagli corto, Mister Fantastic, crede che sia possibile rimandarmi a casa?- si rimette seduto l'arrampicamuri. In parte potrebbe essere turbato dal fatto che Richards è l'unica persona finora che è praticamente uguale alla versione che lui conosce, grazie alla sua pelle elastica.

-Non è così semplice, Uomo Ragno, e ti prego chiamami Reed. Il tuo corpo ha una relazione simbiotica con la tua controparte del passato: non è possibile rimandare indietro la tua mente fino a quando il tuo altro io resterà nel tuo tempo.-

-E come dovrei fare, costruendo una mia macchina del tempo!?-

-Sei sempre stato un ragazzo pieno di risorse, in qualunque epoca. Se il tuo altro io contattasse la mia controparte passata, sono ragionevolmente sicuro di poter risolvere la situazione. A meno che...- Mister Fantastic si ferma, ponderando tutte le variabili possibili.

-A meno che cosa?-

-A meno che il tuo altro io non causi una divergenza temporale. Questa tecnologia è stata pensata per cambiare la storia, ma non credo possa farlo in questo stato... se la storia fosse cambiata, il tuo altro io finirebbe in una linea temporale parallela e renderebbe impossibile far tornare entrambi al proprio posto.-

 

Anni fa, Avenue Dinner Club

Per sfuggire alla presa di Goblin, Peter Parker dovrebbe fare un’evoluzione che svelerebbe a tutti i presenti il suo segreto. Perciò non riesce a evitare che Norman Osborn lo prenda per la collottola e lo sollevi da terra. Già così la continuity è andata a farsi benedire e in cuor suo l'Uomo Ragno spera troverà da qualche parte un tasto "Reset" per rimettere le cose a posto.

-Dimmi che sai come rimettere le cose a posto, Parker.- riesce a sentire a malapena nello schiamazzo generale.

Ignaro della verità, Johnny Storm non può fare a meno di fare l'eroe e intervenire in ciò che ha l'aria del rapimento di un innocente civile, pur qualcuno che ha alluso un qualche pericolo legato all'Uomo Ragno.

-Dove pensi di andare, pazzo mascherato?!- s'infiamma la Torcia Umana, partendo all'inseguimento aereo e si dimostrandosi un osso duro per la storica nemesi del tessiragnatele.

Più veloce dell'aliante, lo sorpassa e gli si piazza davanti, costringendolo a sterzare bruscamente per non bruciarsi. Così facendo, Goblin colleziona la più magra figura della sua carriera, andando a schiantarsi contro la parete più vicina e perdendo visibilmente i sensi.

Peter Parker sta per schiantarsi sul pavimento, quando viene afferrato dalle mani prive di fiamme della Torcia e la sua caduta viene così attutita.

 “Okay, okay, c’è ancora la possibilità di sistemare le cose... solo perché Goblin ha perso una battaglia non significa che abbia cambiato la storia!” pensa Peter. Inizia a ripensarci quando vede che il suo nemico è caduto proprio vicino alla zona della stampa.

-Vediamo chi c’è sotto la maschera. Parker, sbrigati a prendere la macchina fotografica!- esclama J. Jonah Jameson, afferrando la maschera di Goblin e preparandosi a smascherare Norman Osborn.

 

CONTINUA

 

 

Note

“Il passato” di questa storia risale ad Amazing Spider-Man #17; anche se non avevamo ancora incontrato Mary Jane, da future rivelazioni lei sospettava già che Peter Parker fosse l’Uomo Ragno.

Grazie al bizzarro passaggio del tempo Marvel non si tratta più del 1964 ma di un generico “tra i dieci e quindici anni fa”, quindi forse dovrebbero essere un po’ meno sorpresi dalla tecnologia moderna... ma permetteteci un po’ di licenza poetica nello shock temporale per i nostri involontari viaggiatori del tempo!

 

 

 

 



[i] Su Amazing Spider-Man #5, naturalmente.

[ii] Dopo Amazing Spider-Man #16, il primo team-up con Devil.

[iii] Vedi Untold Tales of Spider Man #13 (Wiz #23)

[iv] In L'Uomo Ragno Annual 2003 di Carlo Monni.

[v] Nel finale del numero scorso.

[vi] Su Amazing Spider-Man #17.

[vii] La nostra versione Marvel di "Alexa".

[viii] Sempre su Amazing Spider-Man #17.

[ix] La sorella di Mary Jane

[x] Vedi l'episodio raccolto nella Ultimate Edition Spider-Man: Season Three per la versione MIT dell'11 settembre 2001.